Bagolaro

foglia e frutti del Bagolaro

Albero alto fino 30 metri, dalla crescita lenta ma continua,  pianta molto longeva (anche plurisecolare) con chioma espansa che si forma ad una certa distanza dal suolo. Tipicamente mediterraneo, la sua attuale diffusione interessa tutta l’Europa continentale e buona parte dell’Asia. In Italia è presente in tutte le regioni, dalla pianura alla collina.

Fiorisce in primavera, fiori unissessuali (maschili) ed ermafroditi, di piccole dimensioni, lungamente peduncolati. I fiori ermafroditi di colore verdastro, possiedono 5-6 stami e 2 stigmi che si protendono esternamente. I maschili, con margine peloso-glandoloso, più giallastri.

Caratteristiche e usi forestali

Il bagolaro vegeta tipicamente nei boschi di latifoglie, associato ad altre specie quali: olmo, carpino, nocciolo, frassino, orniello, quercia e acero.  È una pianta molto rustica e frugale, può crescere nei terreni sassosi, dove altri alberi soffrirebbero. L’impiego principale del bagolaro è nel verde pubblico, per l'ampia chioma ideale per ombreggiare, e resiste nel poco terreno su strada anche con la copertura dell’asfalto. Resiste inoltre bene all’inquinamento ma va usato con attenzione tenendolo lontano dalla rete idrica, che potrebbe essere minacciata dalle forti radici.

Radici possenti

Con le sue radici è in grado di farsi strada tra le pietre e addirittura di penetrare nelle rocce sgretolandole, da cui il particolare nome di albero spaccasassi: per questo ha importanti usi in ambito forestale, per il consolidamento e il rimboschimento di terreni sassosi. L’apparato radicale del bagolaro possiede infatti la caratteristica di proiettarsi profondo ed espanso, anche più esteso dell'ampiezza di chioma. Grazie alle sue possenti radici, che lo ancorano al terreno, il bagolaro riesce a svilupparsi bene in suoli estremamente siccitosi o in pendio.

FRUTTI e Foglie

Il frutto è una drupa verdastra, più piccola di un'oliva, che a maturazione assume un colore viola-nerastro. Queste drupe cambiano colore con la maturazione (fine settembre-ottobre) passando dall’iniziale verde, al giallastro e (quando maturi) al viola-nerastro. Si tratta di frutti eduli, dal sapore leggermente dolciastro, con poca polpa fonte di fibre alimentari, proteine e vitamine. Sono noti utilizzi delle bacche per produrre liquori.  Sono frutti molto graditi agli uccelli, che digerendoli spargono i semi, contribuendo a diffondere la pianta. Quest'albero era chiamato anche "albero dei rosari": con i suoi semi si usava costruire dei rosari.

Le foglie caduche, semplici, acuminate, ovato-lanceolate, con doppia dentatura sul margine. La pagina superiore è verde scura, scabra, quella inferiore, più chiara, possiede una fine peluria e 3-4 nervature più marcate. La nervatura è penninervia, l’inserzione è alterna ed avviene mediante un corto picciolo. Le proprietà delle foglie sono spesso usate in fitoterapia: secondo alcuni hanno proprietà astringenti, antidiarroiche, rinfrescanti, utilizzate secche per infusi e decotti, anche per problemi intestinali o per uso esterno.

Legno

Il tronco si presenta regolare, con la corteccia lucida e liscia di color grigio cenere che tende a scanalarsi negli esemplari più adulti.  Legname discretamente pregiato, biancastro: duro, flessibile, tenace, elastico e durevole, adatto per piccoli lavori al tornio; era usato anche per la produzione di remi, oppure per la produzione di carbone di qualità.  Dalla corteccia si ottiene un pigmento giallo, impiegato in tintoria.  

Extra:

Albero noto fin dall'antichità, il Bagolaro è oggi usato nelle alberature stradali, ma anche nel rinsaldamento dei soprassuoli pietrosi e aridi, anche calcarei, per la sua grande forza e capacità di adattamento. Con il suo legno si costruivano mobili, attrezzi agricoli e oggetti al tornio. I suoi frutti erano molto graditi dai bambini per giocarci usandoli come proiettili per le cerbottane, ma anche come merce di scambio da sgranocchiare per il dolce sapore dell'esile polpa: era frequente anche in Sardegna tra i bambini "andare a sukkaja" ossia raccogliere le bacche del bagolaro.

Corologia:
Il Bagolaro è originario del bacino del Mediterraneo e delle isole Azzorre; in Italia è diffuso in tutte le regioni dalla pianura fino a 700 metri di altitudine. Tipo corologico: Euri-mediterraneo con baricentro nella zona orientale.
Fenologia:
Periodo di fioritura aprile. I frutti maturano a settembre-ottobre.
Habitat:
Specie eliofila e termofila, predilige terreni freschi, subacidi, ricchi di scheletro, grazie alla potenza del suo apparato radicale, si adatta a vivere anche nei luoghi aridi, sassosi, tra i ruderi e le rovine (da qui deriva il nome volgare di “spaccasassi”). In Sardegna è diffuso soprattutto nelle zone costiere ma è facile trovarlo anche nelle aree montane.
Forma biologica:
Mesofanerofita caducifoglia.
Etimologia:
Il nome del bagolaro viene dal latino "bàgola" - che significa "piccola bacca". E infatti le sue piccole drupe - che in sardo si chiamano "sukkaja" o "sulzaga" - venivano raccolte e succhiate dai bimbi d'un tempo...
Curiosità:
Il Bagolaro è una pianta molto apprezzata come ornamento soprattutto per alberature stradali e giardini, per la resistenza all’inquinamento e per la sua longevità. Si utilizza infine per rimboschimenti su terreni sassosi e diradati. Il legno, di color grigio-biancastro è duro ed elastico, di buona qualità. È un buon combustibile. Dai rami giovani si ricavano i manici delle fruste. La corteccia ha proprietà concianti. In passato veniva utilizzato per costruire remi e alcune parti del carro. Il bagolaro viene chiamato anche "Albero dei rosari"; infatti i suoi semi erano utilizzati per costruire il rosario.
Allegati: 
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Scheda
Nome latino:
Celtis australis
Nome sardo:
Sulzaga, Surzaga, Susaga, Sugargia, Sogargia, Sucraxia, Soliacra, Cigràxia, Sugraxa, Suriaka, Urriake
Flora:
Divisione:
Classe:
Ordine:
Famiglia:
Approfondimenti

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