Gongilo sardo

gongilo 3 (foto di Cristian Mascia)

Il Gongilo sardo è una sottospecie (Chalcides ocellatus tiligugu) diffusa in Sardegna (ma anche Sicilia, Pantelleria, Malta, Marocco, Algeria, Tunisia).

Nell’Isola il Gongilo sardo è diffuso su tutto il territorio, tranne forse alle quote più alte.

Questo piccolo sauro può raggiungere i 30 cm di lunghezza ma solitamente resta su taglie inferiori. 

Caratteristiche distintive, oltre al colore della pelle talvolta simile a quello delle sardine (azzurro argentato) sono la sua testa piccola, il corpo cilindrico, e cinque dita su ciascuna delle zampe, poco usate perchè usa muoversi serpeggiando.

Si nutre di vermi, insetti e artropodi che preda sul terreno o anche sottoterra.  È predato prevalentemente da uccelli rapaci, dalla volpe e dal biacco.

Extra

ATTENZIONE! Poiché la manipolazione dei rettili è potenzialmente dannosa, e sempre causa di stress agli animali (specie se operata da persone inesperte) invitiamo tutti a non toccare nè prelevare mai e non spostare assolutamente questi piccoli animali dal loro habitat.

Origine zoogeografica:
Mediterranea
Areale di distribuzione:
La specie Chalcides ocellatus è distribuita in Africa settentrionale, Grecia e Asia sud occidentale. In Sardegna, in Sicilia e Maghreb è presente la sottospecie C. oscellatus tiligugu. .
Identificazione:
Gli adulti possono raggiungere i 30 cm di lunghezza, anche se le dimensioni sono solitamente minori, la coda rappresenta quasi la metà della lunghezza totale. Si tratta di uno scinco con il corpo allungato, lucido e con la testa corta e poco appuntita. La coda è visibilmente più fine del resto del corpo e le zampe, non sono adatte alla deambulazione ma servono unicamente a sorreggere il corpo e presentano 5 dita corte. La colorazione varia dal fulvo al marrone pallido o grigio – verde olivastro e presenta il caratteristico disegno ad ocelli bordati di scuro-chiari sul dorso e sui fianchi. Le parti inferiori sono solitamente bianco giallastre.
Habitat:
Vive nei luoghi soleggiati e aridi, come le zone sabbiose, la macchia in prossimità delle spiagge, nelle vigne e nei campi, nelle aree ruderali, ma anche nei giardini. Spesso si nasconde nelle fessure delle rocce o nei buchi sul terreno, ma può agevolmente scavare nella sabbia soffice o tra i grovigli della vegetazione. Trascorre la latenza invernale, da novembre a marzo, nel sottosuolo o sotto grandi massi.
Riproduzione:
La specie è ovovivipara e la femmina “partorisce” da 3 a 10 piccoli per volta, lunghi 4 cm e indipendenti.
Status di conservazione:
La specie non è minacciata di estinzione
Fattori di minaccia:
Pressione antropica degli habitat
Grado di protezione:
Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III).
Curiosità:
Una leggenda metropolitana riguarda il latte: è diffusa soprattutto in Sicilia la credenza popolare (rinvenibile anche in alcuni nomi in dialetto) che questo rettile sia attirato dall’odore del latte, entri nelle bocche dei lattanti, soffocandoli, o "rubi il latte" dalle mammelle di ovini e bovini.
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Scheda
Nome latino:
Chalcides ocellatus tiligugu
Nome sardo:
Tiligugu, tzabagugu, satzaguga, telacucu, iscurzone, sosoga, telacucu, satzauga, atolicugu, filicuccu, liscinaebra, colovreddu
Classe:
Ordine:
Famiglia:
Fauna:
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